Australia, Danimarca, Francia e ora anche Canada. Lavazza mette a segno un altro colpo: acquisito l’8o% della canadese Kicking Horse Coffee, società valutata intorno ai 142 milioni di euro. Il gruppo torinese subentra al fondo di private equity Swander Pace Capital e allarga così la sua presenza in Nord America, mercato fondamentale per il caffè. Che Lavazza fosse a caccia, non era un segreto. Solo pochi giorni fa l’amministratore delegato Antonio Baravalle aveva sottolineato l’impegno del gruppo nell’internazionalizzazione. Quasi una missione se si pensa alle operazioni concluse negli ultimi tempi: dal distributore Lavazza in Australia fino a Merrild in Danimarca e poi la recente acquisizione di Carte Noir in Francia. Un miliardo di euro investito tra acquisizioni e investimenti tecnici sugli impianti negli ultimi dodici mesi Il gruppo del resto ha appena presentato al mercato i dati migliori di sempre con un record di ricavi nel 2016 di 1,9 miliardi, in crescita del 29%. E con l’acquisizione canadese aggiunge un altro tassello al percorso di diversificazione internazionale. In particolare nel settore del caffè biologico e certificato. «Kicking Horse Coffee è leader in questo segmento ha sottolineato Baravalle. Negli ultimi anni è cresciuta sempre a doppia cifra e, grazie a questa acquisizione, le prospettive di sviluppo anche oltre i confini del Canada aumenteranno in maniera significativa». Elana Rosenfeld, che ha fondato Kicking Horse nel 1996, rimarrà azionista della società con una quota del 20% e continuerà a guidarla come amministratore delegato mentre Baravalle presiederà il board. L’acquisizione è nel segno del caffè biologico, un segmento che in un Paese come il Canada vale già il 10% del mercato. Kicking Horse è infatti conosciuta per la sua attenzione alla materia prima e all’ambiente, a partire dalla filiera del caffè. Ma Lavazza, che nell’operazione è stata assistita dallo studio legale Blake Cassels & Graydon di Toronto e da JPMorgan come advisor finanziario, sta puntando a giocare al tavolo dei maggiori player mondiali del caffè. L’intenzione del gruppo piemontese è quella di proseguire la strada della trasformazione partita anni fa da azienda a gestione familiare a gruppo mondiale in grado di superare i 2,2 miliardi di fatturato entro il 2020. Consolidando la sua presenza a fianco ai giganti Starbucks e Nespresso in un mercato, quello del caffè, che vale 100 miliardi. La famiglia Lavazza insomma vuole giocare la sua partita e mostra i muscoli aumentando la sua capacità di crescita. Anche con ulteriori acquisizioni. Gli occhi sono puntati su Stati Uniti, Germania e Gran Bretagna.
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