Imprese familiari

LE IMPRESE FAMILIARI IN ITALIA

Le imprese familiari costituiscono la spina dorsale dell’economia italiana.

La XV edizione dell’Osservatorio AUB conferma la grande rilevanza delle aziende familiari, che rappresentano il 65% (pari a 11.635) del totale delle imprese italiane, senza differenze rispetto alla edizione precedente. Al fine di evitare duplicazioni nei dati, sono state eliminate le aziende controllate nei casi di gruppi monobusiness e le società capogruppo (spesso holding finanziarie) nel caso di gruppi multibusiness. Di conseguenza, l’Osservatorio AUB analizza struttura e performance di 8.600 gruppi familiari.

Nel 2022 prosegue il “rimbalzo” dei ricavi delle aziende familiari, che registrano un tasso di crescita pari al 14,3% (un dato in linea con quello delle aziende non familiari). Il confronto con la crisi finanziaria 2008-09 evidenzia una capacità di reazione più forte nel triennio Covid. Nel 2020 le aziende familiari hanno registrato una “caduta” dei ricavi meno accentuata (-1,3% vs -7,0% nel 2009), e un “rimbalzo” superiore sia nel 2021 (+20,1% vs +16,5% nel 2010) che nel 2022 (+14,3% vs +12,4% nel 2011.

Tra le regioni, Basilicata, Molise e Sardegna si posizionano ai vertici per tasso di crescita dei ricavi. Considerando il biennio 2021-22, i settori Prodotti in metallo, Carta e Stampa e Gomma e Plastica presentano i tassi di crescita dei ricavi più elevati. Tra i settori con tassi di crescita più bassi si trovano invece Farmaceutica, Alimentare e bevande e Meccanica. Tali differenze sono da valutare anche alla luce del differente impatto inflativo registrato nei vari

Nel 2022 la redditività operativa delle aziende familiari è cresciuta ulteriormente rispetto al 2021, raggiungendo il suo picco massimo, che nel decennio scorso era stato toccato soltanto nel 2017 (ROI 2022 pari a 9,8% vs 9,4% del 2021 e 9,8% del 2017). Dal punto di vista geografico, 10 regioni hanno registrato tassi di redditività operativa superiori alla media nazionale. Si evidenziano le performance di alcune grandi regioni del Sud come Calabria e Campania a conferma di una capacità interessante di rilancio delle aziende familiari che operano in queste regioni.

Dal punto di vista settoriale, c’è una certa eterogeneità in relazione all’andamento dei tassi di redditività operativa registrati nel 2022 (Trasporti e logistica e Commercio di autoveicoli, nonché Carta e Stampa e Prodotti in metallo nella manifattura sono i settori che hanno aumentato la redditività rispetto al 2021). Un trend parzialmente differente è stato registrato dal ROE delle aziende familiari, che è rimasto in linea con i valori del 2021 (e con quelli pre-covid, senza però raggiungere il picco del 2017).

In questo caso, dal punto di vista geografico, sono ben 12 le regioni con tassi di redditività netta superiori alla media nazionale (tra cui Basilicata, Liguria e Toscana), mentre dal punto di vista settoriale i maggiori incrementi rispetto al 2021 sono stati registrati dal Commercio di Autoveicoli e Energia ed estrazione, e nella manifattura da Carta e Stampa (+7,7 punti di ROE rispetto al 2021).

Le aziende familiari italiane si distinguono anche per la longevità: tra le prime 100 aziende più antiche al mondo, 13 sono italiane e tra queste, 5 – Fonderie Pontificie Marinelli (anno di fondazione 1000), Barone Ricasoli (1141), Barovier & Toso (1295), Torrini (1369) e Marchesi Antinori (1385) – sono tra le tredici aziende familiari più antiche tuttora in esercizio.

Si può osservare che la Borsa di Milano è il secondo mercato Euronext per numero di aziende quotate (422), ed è quello con la maggiore incidenza di aziende a controllo familiare (74,9%). Inoltre, l’Italia è il mercato azionario (insieme a quello francese) in cui le famiglie proprietarie detengono la quota di controllo più alta nel capitale delle imprese (pari a circa il 60%).

LE IMPRESE FAMILIARI NEL MONDO

Anche nelle principali economie mondiali le imprese familiari rappresentano il fulcro dello sviluppo economico e sociale. In un report dell’Economist, pubblicato nell’aprile del 2015 e dedicato interamente alle imprese familiari, si sottolinea come le imprese a controllo familiare rappresentino più del 90% di tutte le imprese attive nel mondo.

Il Global Family Business Index, realizzato dal Center for Family Business presso l’Università di San Gallo in Svizzera, in cooperazione con il Global Family Business Center of Excellence di EY, analizza le prime 500 società a controllo familiare in tutto il mondo. I paesi maggiormente rappresentati sono Stati Uniti (con 122 imprese presenti nell’elenco), Germania (79), Francia (28), Hong Kong (21), Svizzera (19) e India (17). L’Italia è al 7° posto con 17 imprese familiari.

Nel 2010, uno studio condotto da EU-EFIGE/Bruegel-UniCredit su un campione di circa 14.000 imprese europee evidenzia come l’incidenza delle grandi imprese familiari – intese come imprese con più di 250 addetti –, pur diminuendo con la crescita dimensionale, sia comunque superiore al 40% nei primari paesi europei: in Francia è pari al 42,5%, nel Regno Unito è il 40,6% e in Spagna si avvicina al 46%. In Italia la percentuale di grandi imprese a stampo familiare è di poco inferiore al 47%. La Germania conferma il proprio status di «economia atipica», con una percentuale di grandi imprese a stampo familiare pari al 67,9%.

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