Sarà la Ferrero, la Luxottica o la Campari a firmare la prima acquisizione dell’anno? “Il 2015 è stato segnato dalla cessione di alcune storiche aziende di famiglia – spiega Max Fiani, partner Kpmg – mi riferisco a Italcementi e Pirelli. Ci auguriamo che il 2016 sia l’anno delle acquisizioni, potrebbero tornare a muoversi alcuni dei cosiddetti “acquisitori seriali” che quest’anno sono rimasti tranquilli, come Campari, Enel, Hera, A2A, Prysmian, Dea, ecc. e potrebbero emergere protagonisti nuovi del mercato l’m&a”. Per esempio Ferrero, che ha appena comperato l’inglese Grant Thornton per 150 milioni ma secondo gli addetti ai lavori potrebbe investire fino a 10 miliardi per raddoppiare di taglia. Dopo che il ceo Giovanni Ferrero ha annunciato il cambio di strategia rispetto alla linea conservatrice del passato sono in tanti ad aspettare la prossima mossa.
Alcuni grandi gruppi nazionali hanno già cominciato a muoversi: Exor ha in corso l’acquisizione del riassicuratore PartnerRe per 6,9 miliardi di dollari; Salini-Impregilo ha appena annunciato l’acquisizione di Lane Industries, il più grande costruttore di autostrade Usa; Danieli sta comperando Fata Finmeccanica e A2A e la società Linea Group. E dietro i grandi, stanno valutando acquisizioni i cosiddetti “serial acquiser”.
Tra i più attesi al banco dell’m&a ci sono Luxottica e Campari. Il gruppo degli occhiali ha chiuso 21 acquisizioni in otto anni, mentre quello degli spirit ha avviato una pulizia di portafoglio che gli ha consentito di accumulare liquidità da destinare allo sviluppo del core business. Dopo aver comperato Wild Turkey, il ceo Bob Kunze-concewitz potrebbe aggiungere un altro marchio globale ai sei che già possiede. Brembo, che dal 2007 ad oggi ha chiuso 15 acquisizioni, ha annunciato l’intenzione di espandere il business nel settore avio. “Nell’aerospace disponiamo già di una business unit – ha detto Alberto Bombassei – ma stiamo cercando un acceleratore: puntiamo a rilevare un’azienda da 200-400 milioni di ricavi, da portare nell’arco di qualche anno alla soglia del miliardo. Ma non stiamo nemmeno scartando di rilevare aziende attive nel settore auto”.
Nella packaging valley le punte di diamante sono la Gd e Ima. La società della famiglia Vacchi ha comperato un gruppo di aziende tedesche e in questi giorni ha ceduto il suo 50% della Cmh alla imolese Sacmi incassando una plusvalenza di 17 milioni. Nella meccanica la reggiana Interpump ha appena comperato Walvoil ma ha “in programma per il futuro acquisizioni nei mercati maturi e una nuova contemporanea espansione sui mercati in via di sviluppo”.
Sul fronte delle partecipazioni pubbliche a muovere il mercato sarà, secondo Kpmg, l’acquisizione di Metroweb da parte di Telecom e il collocamento da parte di Fsi di Kedrion, Valvitalia e Sia. Un altro gruppo dinamico è Ali, holding di 2 miliardi di fatturato controllato dalla famiglia Berti, cui fanno capo 76 brand di macchinari per la ristorazione. L’ultima acquisizione è stata chiusa negli Usa, dove Ali realizza oltre un terzo del proprio giro d’affari e intende rafforzarsi.
Vivace è anche la farmaceutica dopo la fusione tra Alfa Wassermann (Golinelli) e Sigma Tau (Cavazza). Nell’m&a Recordati, che ha già chiuso 14 acquisizioni dal 2007, prevede nuove operazioni. “Ci proponiamo accelerare la crescita – ha detto Giovanni Recordati, presidente e amministratore delegato del gruppo – perché possiamo fare alcune acquisizioni, abbiamo una posizione finanziaria molto positiva”.
Sta valutando investimenti fuori perimetro anche Chiesi Farmaceutici. “Faremo altre acquisizioni – ha detto Paolo Chiesi, presidente della Fondazione Chiesi e capo della ricerca e sviluppo del gruppo – il nostro portafoglio prodotti va alimentato con nuovi farmaci, molecole da sviluppare o nuovi marchi da promuovere”. Se quest’anno Rottapharm è stata ceduta al gruppo svedese Meda e Sorin è passata all’americana Cyberonics, ora tocca alle aziende italiane fare shopping crossboarder. Secondo Stefano Golinelli, ad di Alfa Wassermann, “il mercato globale è in fermento soprattutto in quella fascia di società di medie dimensioni che valgono tra 1 e 10 miliardi di dollari. Sono certo che vedremo ulteriori acquisizioni estere da parte di aziende italiane”.
Il buon momento che sta vivendo il food nazionale è all’origine di alcuni piani espansivi che prenderanno forma il prossimo anno. Si attendono novità da Ferrero ma anche da Bauli che è “un consolidatore sul mercato nazionale”, secondo Fiani. Nell’olio, Colavita ha annunciato di essere interessato “ad ampliare il portafoglio prodotti con altri brand tipici della cucina italiana”. La stessa Barilla, che in questi anni ha ridotto il suo indebitamente vendendo tutte le partecipazioni non core, ha promesso una crescita aggressiva in Sudamerica anche con partnership o acquisizioni. “Stiamo osservando, guardiamo ad aziende sinergiche – ha spiegato Guido Barilla – siamo aperti anche a joint venture di prodotto e di processo non solo ad acquisizioni. È un percorso lungo, non abbiamo fretta”.